La cedolare secca è un regime fiscale per il quale il locatore può optare relativamente alle locazioni di unità immobiliari ad uso abitativo comprese le pertinenze locate congiuntamente (cantine, box, etc.) e che riguarda esclusivamente le persone fisiche, con esclusione di tutte le locazioni effettuate nell’esercizio di un’attività di impresa, arti e professioni;
– Il locatore all’atto della stipula del contratto inserendo direttamente in esso la relativa clausola, o successivamente -comunicandolo al conduttore con raccomandata a/r- può optare per tale regime, rinunciando in tal caso ed obbligatoriamente ad ogni richiesta di aggiornamento del canone di locazione, anche se prevista a qualsiasi titolo nel contratto (istat, percentuale per spese straordinarie);
– La cedolare secca andrà così a sostituire le imposte sui redditi delle persone fisiche (irpef, comprese le addizionali regionali/comunali) l’imposta di registro (non solo per la prima registrazione ma anche in tutte le altre ipotesi in cui è normalmente dovuta, quali proroghe, rinnovi, risoluzioni, fidejussioni) e l’imposta di bollo (ad esclusione delle ricevute per il pagamento dei canoni nel qual caso rimane dovuta);
– Attualmente (2020) l’aliquota è del 10% per i contratti agevolati, per studenti universitari e transitori se stipulati nei Comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia o limitrofi, negli altri Comuni capoluogo di provincia, nei Comuni ad alta tensione abitativa individuati dal CIPE e nei Comuni oggetto di eventi sismici o calamitosi come individuati dalle leggi speciali.